Wasam

Wasan non ha ancora 40 anni, ma la sua storia sembra quella di una persona che ha molti anni e pesi sulle spalle. Dopo la fuga dal suo Paese, l'Afghanistan, in Italia ha passato tutta la trafila dei centri di accoglienza: prima in un CAS, i centri di accoglienza straordinaria, poi un anno e mezzo in un centro SPRAR.


Ma ha saputo far fruttare bene questo periodo.

Ha avuto l'opportunità di un tirocinio in una catena di bar a Milano (anche nel suo Paese aveva lavorato nella ristorazione) che è andato bene, perché al termine del periodo di prova è stato poi assunto a tempo indeterminato.


È anche grazie a questo stipendio fisso che può permettersi di pagare un affitto – anche se di un appartamento a prezzo calmierato messo a disposizione nel quartiere Niguarda da una cooperativa partner del progetto FAMI.


Intanto Robina, la moglie, che a sua volta ha seguito un corso di formazione e che in futuro cercherà anche lei un lavoro, ha partorito il loro secondo figlio e, mentre Wasan è al lavoro, lei si occupa dei due piccoli. In attesa di poter tornare a dare il suo contributo anche economico e organizzarsi dividendo equamente tra loro il lavoro in casa e quello fuori.


Per il momento il progetto FAMI li sostiene con le spese relative alla casa (soprattutto le tasse e le utenze) e poi accompagnerà Robina nel suo percorso di avviamento al lavoro.

Introduzione al Seminario sul tema dell'autonomia

Next